Cos’è la pasta per saldare e perché si usa?

pasta per saldare

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Bentornato nel primo blog italiano dedicato alla saldatura fai da te! In questo articolo ti parlerò di pasta per saldare. Forse ne avrai sentito parlare, ma non sai a cosa serve.

Non hai neanche idea di cosa sia? Nessun problema. Lo scoprirai continuando a leggere questo post in cui troverai tutte le info per utilizzarla e conservarla nel modo corretto.

Cos’è la pasta per saldare

La pasta per saldare, detta anche pasta flussante, è un componente molto importante per la corretta riuscita della saldatura a stagno e non solo. Qual è la sua composizione ideale?

È utile precisare che con il termine pasta per saldare ci si rivolge, spesso genericamente, a prodotti molto diversi tra di loro: facciamo chiarezza.

Cos`è la pasta saldante: chiedetelo ad un tecnico elettronico, un idraulico ed un lattoniere se volete ricevere risposte diverse, seppure apparentemente simili.

Perché? Per capirlo, prima di andare oltre, introduciamo due componenti: 

  • le leghe saldanti 
  • i flussanti.

Una lega saldante è una “miscela” metallica (in polveri, microsfere o, più comunemente, bacchette o rotoli di filo di spessori variabili da pochi decimi di mm a pochi mm). 

Vediamo adesso quali sono questi metalli:

  • Stagno (Sn) Il metallo principe, da sempre, in queste leghe è lo stagno  in percentuali variabili in base al campo di utilizzo (elettronica, idraulica, lattoneria, legatura artistica di metalli, ecc.). Il ruolo da protagonista nelle leghe saldanti lo si deve a tre sue caratteristiche: duttilità, malleabilità, basso punto di fusione  (231,93 °C).
  • Piombo (Pb) Utilizzato nelle leghe saldanti fino al 2003, in percentuali variabili dal 40 al 50% circa, è diventato fuorilegge per la sua tossicità. Prima dell’introduzione della normativa che ne limita l’uso, il piombo era particolarmente apprezzato per la sua resistenza alla corrosione, oltre a condividere caratteristiche simili allo stagno per duttilità, malleabilità e basso punto di fusione (327,46 °C). 

Le leghe SnPb hanno caratteristiche “eutettiche” se i metalli sono nelle giuste proporzioni, ovvero, la loro lega ha un punto di fusione più basso rispetto a quelli dei due metalli presi singolarmente: ad esempio, la lega eutettica Sn63Pb37 o quella quasi eutettica Sn60Pb40 (dove i numeri indicano le percentuali del singolo metallo nella lega) fondono a circa 180 °C.

  • Argento (Ag) e Rame (Cu) Con l’avvento delle leghe da saldatura lead free, dal 2003 la percentuale di Stagno nelle leghe saldanti (in particolare per l’elettronica) viene aumentata oltre il 95% e fanno la loro comparsa l’Argento ed il Rame. Queste nuove leghe hanno dato non pochi grattacapi agli utilizzatori finali non tanto per l’aumento del punto di fusione (di circa 40-50 °C) quanto per la qualità finale della saldatura.
pasta flussante
Tipico contenitore di questo materiale.

Il flussante è un prodotto che favorisce la flussazione durante la saldatura, ovvero la distribuzione perfetta della lega sulla superficie da saldare, privandola e proteggendola dall’ossidazione. In passato si utilizzavano diverse sostanze per detergere i supporti da saldare da ossidi ed impurità: il flussante notoriamente più celebre è la colofonia, in purezza o additivata con cloruro di zinco. 

Come è fatta la pasta per saldare

La risposta giusta è: dipende dall’utilizzo.

Esistono paste composte e paste semplici.

Nelle paste composte, si trovano la lega a saldare (in polvere o microganuli) ed il flussante insieme. Nelle paste semplici si trovano singolarmente o le leghe o il flussante.

Le paste composite, con formulazioni specifiche per l’uso, possono essere utili in:

  • idraulica, lattoneria, lavorazioni artistiche in quanto semplificano la giunzione dei due elementi metallici da saldare (tubi o fogli di rame, ad esempio) dato che si applica un solo prodotto che poi viene brasato applicando una fonte di calore (cannello a gas, saldatore a gas o elettrico) senza dover applicare separatamente prima il flussante sulle superfici e poi la lega saldante (in bacchette solitamente).
  • elettronica per saldatura dolce di componenti elettronici a montaggio superficiale (SMD-SMT) sui circuiti stampati, dove lavorare di semplice saldatore non è l’ideale.

Le paste semplici è più comodo distinguerle nelle componenti base: leghe e flussanti:

Escludendo per comodità quanto detto prima sulle opzioni per idraulica, lattoneria, lavorazioni artistiche ed elettroniche con componenti SMD/SMT (dove si può, in base alle applicazioni, optare per il prodotto “tutto in uno” o per la tradizionale posa di flussante e lega in due fasi separate) va fatto un discorso a parte per le elettroniche di potenza e quelle con componentistica a “foro passante” o THT (avete presente i circuiti con i componenti saldati in piazzole di rame forate?): in questo caso, quasi sempre, si utilizzano rocchetti di filo di spessore variabile dai 0,5 ai 2,5 mm che contengono sia la lega saldante che un’anima interna di flussante (flux core) sufficiente agli usi generali. 

Dove l’ossido rappresenti davvero un problema, ad esempio per la pre-saldatura in cavi elettrici di diametro generoso, si può sempre optare per l’uso separato di flussante e lega saldante, avendo cura in ogni caso di pulire sempre gli eccessi di flussante che, alla lunga, comprometterebbero la buona tenuta e funzionalità elettrica dei contatti saldati. 

La pulizia del flussante, un tempo effettuata con la trielina (che è nociva come poche cose) può essere fatta con deflussanti liquidi o spray (con costi disumani!) o semplicemente con alcol isopropilico o semplice alcol puro applicato con un pennellino o un cotton fioc.

Non esiste una misurazione precisa. Ovviamente la composizione di questa miscela cambia in base al materiale da saldare. Comunque, di base, la pasta flussante è composta da:

  • Piombo.
  • Stagno.
  • Lega secondaria (0,3% circa).
saldatura circuito
La saldatura a stagno.

Idee e consigli per imparare a saldare

Ricorda di monitorare la data di scadenza, conservare la pasta per saldare in un contenitore ermetico, mantenere basse temperature (non congelarla) per evitarne l’ossidazione.

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Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con l’amico Cristian Tullio.

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